El Estadio del Bae è un contenitore in cui riconoscerci nelle nostre differenze e in ciò che ci rende “uguali”. Raccoglie un amalgama di persone con sensibilità simili e mille sfumature differenti.
Siamo coloro che han lottato, gioito e pianto con Francesco, nel vivere un sogno condiviso e nel rendere grande la tifoseria del VeneziaMestre. Siamo coloro che al fianco del Bae han costruito un percorso di opposizione permanente alle ingiustizie, allo stadio come nelle piazze, contro l’autorità ed i soprusi, nelle nostre città come in qualunque angolo sperduto di mondo. Siamo coloro che con lui hanno cucinato, riso e bevuto vino, in quella che è diventata letteralmente casa sua, la mitica “Osteria allo sbirro morto”.
Siamo coloro che, quel maledetto 13 febbraio 2001, hanno sentito un vuoto dentro che pareva incolmabile. Siamo coloro che quel vuoto hanno saputo riempirlo, come avrebbe voluto Francesco, e costruire quell’incredibile esperienza che è stata El Estadio del Bae. Siamo coloro che, pur conoscendo poco il Bae, lo hanno assaporato e scoperto grazie a tutto quello che è successo dopo la sua scomparsa, e attraverso El estadio del Bae lo hanno amato pur senza averlo conosciuto.
Siamo coloro che a distanza di anni continuano a sentire il suo mito, la sua ispirazione, e continuano a considerarlo non solo il “papà” degli Ultras Unione, ma il “papà” del movimento Ultras unionista. Siamo coloro che, pur nati dopo la sua scomparsa, sentono il bisogno di chiedere a chi fosse dedicato quell’enorme mural che costeggiava Porto Marghera.
Siamo donne, uomini, ultras, zapatisti, amiche e amici, fratelli e sorelle, compagne e compagni di lotte mai sopite, di progetti campati in aria e di una vita vissuta al massimo, che vogliono ribadire che il BAE continua a lottare nelle loro lotte.